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Pratica Elettronica di Fido (PEF): il contributo del pensiero aristotelico

John Kenneth Galbraith, economista e funzionario canadese, senza dubbio il principale continuatore del pensiero di matrice keynesiana, nel suo rinomato “Storia dell’economia” affermò: “forse a Wall Street bisognerebbe leggere ancora Aristotele”.

La provocazione mira a mettere in luce l’esistenza di una sinergia ancestrale tra economia e comunicazione - di cui il filosofo greco era sommo maestro - il cui potenziale arriva ad influenzare prepotentemente il mondo di oggi, anche in ambiti non immediatamente intuibili o evidenti.

Aristotele è stato considerato per l’intero Medioevo il termine di raffronto di ogni possibile progresso nel campo della logica e della fisica, in epoca moderna lo si è ritenuto riferimento di qualsivoglia nuova dottrina a declinazione politico-economica e, infine, nella contemporaneità, se ne sono apprezzati gli esiti ottenuti in ambito linguistico e semiotico, come attestato anche dai numerosi scritti di Umberto Eco.

Nella sua opera intitolata “Retorica”, Aristotele delineò i principi categoriali di una comunicazione efficace e persuasiva, la cui architettura, basata sull’impianto del variables reasoning, è assunta oggi anche nel contesto A.I. (artificial intelligence) dalle più innovative tecniche di machine learning e deep learning.

Sul fondamento del pensiero aristotelico è stato, inoltre, elaborato da John Stuart Mill il concetto portante della teoria economica classica di homo oeconomicus, il quale, in forza di un singolare percorso evolutivo, è attualmente giudicato un unicum con il concetto di homo communicans.

Ciò significa che l’economia (intesa sia come apparato economico, economy, che come disciplina economica, economics) non può essere concepita con i caratteri dell’adeguatezza teorica e dell’appropriatezza pratica senza che s’innesti in un sistema di scambio informativo avanzato tra parti consapevoli.

L’economia, per essere qualificante, si deve, cioè, avvalere degli assiomi-cardine del processo di trasferimento dei dati – criterio della notizia (report) e criterio del comando (comand) - per poi svilupparli attraverso l’Aristotle model of communication, basato su tre elementi: l’ethos (credibility), il pathos (emotion) ed il logos (logic).

Il connubio tra economia e comunicazione trova un precipuo orizzonte di significatività proprio nel settore bancario.

Si pensi, ad esempio, all’emissione della cosiddetta informativa al pubblico, nonché all’inoltro delle segnalazioni telematiche alle autorità di Vigilanza: atti di tale frequenza e rilevanza da connotare gli istituti di credito alla stregua di soggetti giuridici tenuti, forse più di qualunque altro ente, a rispettare stringenti obblighi in termini di chiarezza, completezza e linearità delle notizie trasmesse, le quali, tra l’altro, vanno veicolate tramite meccanismi automatizzati e procedure esperte stabilite da leggi dedicate.

I vincoli comunicativi imposti alle banche non si limitano al solo input-output da/verso l’esterno. Infatti, i flussi informativi ab intra (che dal management giungono ai comparti operativi e da questi risalgono a ritroso in direzione dei vertici aziendali), poiché permettono la sussistenza stessa dell’attività bancaria, sono calibrati sulla base di parametri, schemi e riferimenti normativi (nazionali e sovranazionali) che ne assicurano la tracciabilità, la verificabilità, la robustezza e la resilienza, così da garantire la salvaguardia della loro riservatezza, integrità e disponibilità.

Per la legislazione in vigore, anche la gestione dei processi comunicativi interni alle banche è ritenuta efficace e pertinente unicamente se posta in essere per mezzo di idonee infrastrutture tecniche di natura informatica.

Entro lo spazio del multiforme lavoro bancario si può affermare che non esiste operatività i cui livelli tematici non siano contrassegnati da uno specifico standard di trasmissione di informazioni.

Tra tutti i comparti funzionali deputati alla prestazione di servizi alla clientela, quello che, forse, più di altri si caratterizza per l’ampiezza dei dati da amministrare, ovvero per la diversificazione dell’insieme di informazioni da valutare e giudicare, lo si individua nel comparto designato all’esercizio del credito, o, per essere più precisi, incaricato della gestione della concessione e del monitoraggio dei prestiti.

Per ottemperare alla sua funzione, l’area crediti si dota di un dispositivo informatico denominato PEF – Pratica Elettronica di Fido - uno strumento impiegato particolarmente in sede di analisi istruttoria che:

  • permette di acquisire una molteplicità estesa di dati puntuali;
  • li rappresenta in opportuna forma sinottica;
  • aziona un’efficace escalation del processo decisionale che consente l’assunzione della delibera ultimativa all’organo amministrativo collegiale o a quello individuale facoltizzato.

La PEF, caratterizzata da un’impostazione logico-funzionale molto articolata, dovrebbe, per ottenere la massima funzionalità di utilizzo, poter computare e sistematizzare i dati (economici-finanziari-patrimoniali) attraverso uno specifico schema di comunicazione che possa esprimere in modo conveniente l’intero quadro concettuale – sia attuale che prospettico - della controparte.

Tuttavia, fino ad ora, gli intermediari finanziari e gli outsourcer che commercializzano PEF e suoi prodotti, si sono dimostrati interessati alle sue capacità quali-quantitative di inglobare dati, ma hanno sottovalutato gli aspetti legati alla sua struttura formale e alla modalità di presentazione dei suoi contenuti, ossia a quelle proprietà che agevolano l’apprendimento.

Il mutamento della situazione macroeconomica, dovuto a destabilizzanti eventi sociali quali la pandemia da Covid-19 ed il conflitto bellico russo-ucraino, ha reso precaria l’attendibilità di determinati indicatori assunti per circoscrivere con certezza la condizione finanziaria di famiglie ed imprese.

Detti indicatori, da tempo annoverati nel perimetro di qualsiasi modello PEF, hanno perso progressivamente la loro obiettività e sono stati oggetto di interpretazioni discrezionali che hanno comportato l’emergere e l’accentuarsi della debolezza comunicativa dei format stessi, inducendo a un più generale deficit dell’attitudine delle banche a vagliare le caratteristiche dei portafogli posseduti e a veicolarne le informazioni a favore dei destinatari.

In che modo è possibile risolvere questo cortocircuito?

Un primo passo è sicuramente quello di tenere presente l’indicazione aristotelica in tema di comunicazione efficace, facendo sì che la PEF diventi uno strumento:

  1. a) dall’ampia flessibilità nell’impostazione;
  2. b) atto a soddisfare, anche in ottica forward looking, le occorrenze dei gestori crediti in relazione alla completezza e alla connettività dei dati in essa contenuti;
  3. c) che possa fungere da rigoroso vettore d’informazioni così da permettere di incrementare il livello di precisione delle valutazioni puntuali e limitare, al contempo, il margine di errore delle valutazioni predittive.

La PEF studiata in Finwave si prefigge l’intento di soddisfare questi parametri.

La struttura della PEF-Finwave evidenzia immediata intelligibilità in fase di compilazione e consultazione, grazie ad una esclusiva modalità di “data visualization” che facilita la rappresentazione e l’elaborazione dei dati in ogni circostanza: prevalutazione e valutazione istruttoria, rinnovo affidamenti, forbearance measures, control operations, ecc.

Il “linguaggio visivo adottato dalla PEF-Finwave si coordina con un assetto analitico di valutazione della controparte fondato e programmato su un’organizzazione ad approccio olistico: calibra ed aggrega l’interezza delle risultanze derivanti dalla gestione complessiva delle fasi di concessione e controllo del credito così da ottimizzare la rilevazione della rischiosità manifesta e latente del soggetto richiedente e definire, in aggiunta, un range sulle eventuali prospettive commerciali di business futuri.  

La PEF-Finwave, ricalca le tre variabili aristoteliche dell’ethos (credibility - competenza), del logos (logic - conoscenza) e del pathos (emotion - compartecipazione), dimostrando il giusto riconoscimento alla creazione di un workflow informativo economico-finanziario-patrimoniale indispensabile per la corretta gerenza del credito bancario.

Per essere contattati dallo staff commerciale: comunicazione@finwave.it

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